Le prime energie utilizzate a scopo terapeutico sono state il calore e l’elettricità naturale, prodotta da alcune specie di pesci (Torpedine nera, Malotteruro del Nilo). Notizie sull’impiego terapeutico di queste energie si rinvengono negli scritti degli antichi greci e dei romani. Risulta dagli antichi testi che Ippocrate (V secolo a.C.) utilizzava il calore a scopo antalgico e miorilassante e propose il trittico Calore, massaggio e ginnastica, che costituisce ancora la base della moderna cinesiterapia. Galeno consigliava il calore, che si può ottenere da pietre riscaldate, per curare il torcicollo, la lombalgia e i reumatismi. Il medico romano Scribonius Largus (46 a.C.) prescriveva le scariche elettriche delle torpedini per il trattamento della gotta e consigliava di mettere sotto i piedi del paziente una torpedine nera viva fin quando il paziente e la gamba erano diventate insensibili. L’energia fisica più sfruttata nell’antichità è stata il calore, il quale ha avuto un notevole impiego nel periodo aureo dell’impero romano, durante il quale è stato utilizzato sotto forma di bagni, sabbie calde e fangoterapia. L’inizio della terapia fisica moderna può essere fatto risalire al 1800, quando è stata scoperta l’elettricità artificialmente prodotta. A seguito di tale scoperta, è nata l’elettroterapia moderna. Nei primi decenni dell’Ottocento, gli autori che hanno maggiormente contribuito allo sviluppo dell’elettroterapia sono stati Faraday e Duchenne de Boulogne. Faraday ha scoperto il fenomeno dell’induzione elettromagnetica e la corrente faradica. Duchenne de Boulogne ha identificato i punti motori dei muscoli e ha differenziato gli effetti della corrente continua da quelli della faradica; questo autore, inoltre, ha pubblicato nel 1855 un trattato di elettroterapia, che è stato un classico per molti anni. A partire dalla seconda metà dell’ottocento, l’elettroterapia ha seguito due filoni di sviluppo. Il primo filone è stato quello trofico-antalgico. Questo filone, all’inizio si è affermato per merito di Francis, Garrat e Bird, i quali hanno impiegato la corrente elettrica per l’anestesia dentaria, e in seguito per i contributi di Leduc, P. Bernard, Le Gò e Nemec. Leduc nel 1900 ha dimostrato che sotto l’azione della corrente continua gli ioni medicamentosi possono attraversare la barriera cutanea; Questa scoperta ha favorito la nascita della ionoforesi. P. Bernard nel 1929 ha scoperto la corrente diadinamica. Nemec, sfruttando gli studi effettuati da Le Go sulle correnti a media frequenza, ha proposto nel 1950 la corrente interferenziale. Nel 1970, dopo gli studi realizzati da Melzack e Wall sul Gate Control, è stata introdotta in elettroanalgesia la TENS, la quale ha conquistato un ruolo di primo piano nella terapia del dolore. Il secondo filone di sviluppo dell’elettroterapia è stato quello eccitomotorio. Questo filone si è caratterizzato per il perfezionamento della tecnica dell’elettrostimolazione muscolare e per la scoperta dell’elettrodiagnosi. Hanno contribuito alla crescita dell’elettrostimolazione numerosi ricercatori, tra i quali vanno ricordati Pfluger, Erb e i coniugi Lapique. Pfluger nel 1958 ha scoperto la legge dell’eccitamento polare. Erb nel 1881ha messo in evidenza l’inversione della formula polare. I coniugi Lapique hanno introdotto i concetti di reobase e cronassia. Recenti acquisizioni di questo filone, sono la stimolazione elettrica funzionale (FES) e la corrente di Kotz, introdotta negli anni Settanta e utilizzata in campo medico e sportivo per il potenziamento dei muscoli normalmente innervati. |
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